
AVREI SOLTANTO VOLUTO- cyberbullismo e web society
Giornata contro ilBullismo e il Cyberbullismo
È notte, il protagonista si risveglia e ricorda di trovarsi nella suacamera, una stanza onirica e immaginaria, metafora della mente umana, dellarete internet, delle relazioni e dei sentimenti. Immediatamente ritrova intasca il suo smartphone e comincia a raccontare la sua storia, mentre alle suespalle si susseguono le immagini dei suoi demoni interiori che danzano; i suoiricordi di bambino, la purezza, l’ingenuità, la capacità di giocare; il tropposuperficiale rapporto con la madre che tenta di conoscere meglio il figlio, diandare più a fondo; infine, l’ossessione delle frasi scritte dai suoi coetaneisui social-network più diffusi tra gli adolescenti. Il protagonista è unapresenza/assenza, un’anima sospesa in un’altra dimensione, che racconta coninquietante serenità la propria vita rovinata dal cyberbullismo: prima comecarnefice poi come vittima. A concludere il racconto, un monologo con cui ilprotagonista descrive il suo immenso rimpianto: tutte le cose che avrebbevoluto fare, ora che non c’è più.
Quando e Dove

Info
- Simone Cutri
- LA REPUBBLICA ESTETICA BEAR IN GLASSES
- AVREI SOLTANTO VOLUTO
“Pur di far commedia” è l’occasione per raccontare in chiave comicaepisodi di vita vissuta, aneddoti e leggende di una carriera lunga 30 anni. Lacommedia è ambientata in una sala prove dove Paolo tenta tra mille difficoltàdi allestire uno spettacolo, tra musicisti e attori ritardatari e personaggisurreali che cercano ogni occasione per guadagnare la ribalta. Tutti elementiche porteranno Paolo a doversi districare tra equivoci, paradossi ed eccessi diprotagonismo, per cercare comunque di portare a casa “la serata”. Non mancaovviamente la musica, che fa da collante naturale a una serie di gagesilaranti, per un nuovo ed irresistibile mix di risate e canzoni.
con PAOLO BELLI e Juan Carlos Albelo Zamora, GabrieleCostantini, Mauro Parma, Enzo Proietti, Gaetano Puzzutiello, Peppe Stefanelli ePaolo Varoli
regia di Alberto Di Risio
Isabella Ragonese
con la partecipazione di Emilia Verginelli
L’esibizione ripercorre attraverso il ballo lastoria di un gruppo di donne nate tra il 1898 e il 1914, intellettuali edartiste dimenticate della famosa generazione spagnola del ’27, “Las sinsombrero”, ossia donne senza cappello. Il nome si deve al gesto all’epocaritenuto scandaloso che queste artiste compivano togliendosi il cappello inpubblico, un atto di ribellione che incitava le donne a liberare le loro idee einquietudini in un mondo che le voleva sempre un passo indietro all’uomo. SinSombrero è uno spettacolo in cui musica e ballo si intrecciano in uncontinuo alternarsi di colori, suggestioni ed emozioni che guidano lospettatore in un viaggio immaginario nell’affascinante e magico mondo delFlamenco attraverso le danze che più lo rappresentano: Sevillanas, Guajira,Alegrias, Serrana, Farruca, Tango e Rumbas.
Due esseri umani vivono separati nella propriasolitudine, fatta di quotidianità e routine, di gesti che scandiscono il tempocon la loro ritmata e inesorabile regolarità. Si preparano alla vita e aldesiderio di piacere e di piacersi, separati da un muro netto, sebbeneimmaginario. Un breve sentiero permetteloro di avvicinarsi, di affrontare il desiderio di incontro e scambio,superando la timidezza e il senso di inadeguatezza.
Piccoli gesti, sguardi fugaci, il suono deiloro passi sulla ghiaia avvicinano le distanze, aprono le porte che liseparano, permettendo loro di trovarsi, senza timore. Nell’epoca dei Social laconoscenza con l’altro e la definizione del sé passano attraverso uno schermo,l’imperfezione può essere aggiustata e la spontaneità, in qualche modo,preparata. Il rischio è fuggire dalle difficoltà e al contempodall’insostituibile valore del qui e ora. Solitarium è un inno allanaturalezza del momento e dello scambio, alla possibilità di avere paura eritrarsi senza perdere la propria forza, alla relazione fatta di sguardi,piccoli dettagli, momenti in cui non accade nulla, eppure tutto cambia. Conquesto spettacolo, che lavora sull’immagine, sulla danza e sul suono, Teatrodistinto
racconta la relazione umana nella suasemplicità e purezza, senza l'utilizzo di parole, senza
certezze e senza promesse.
“Comincium” è un salto nel buio, un’avventura, unasorpresa! Difficile far trapelare - al momento - anticipazioni su come lospettacolo sarà e su che cosa i simpaticissimi Ale & Franz stianopreparando per il pubblico che li ama e li segue in ogni evoluzione del lorolinguaggio comico. Possiamo allora soltanto immaginare che si tratterà didirompente ironia e di sicure risate, di irresistibili nonsense e di gagsottili...d’altra parte i due comici sanno sempre stupire il pubblico ed illoro nome è garanzia di sicuro divertimento.
C’è un boscogrigio che è molto pericoloso.
Dentro ci vivonola Strega dai Cento Occhi e l’Orco.
La Strega hafatto una magia al bosco: chiunque entri non può più trovare la strada peruscire.
L’Orco, nelbosco, fa quello che fanno gli Orchi: se lo incontri ti mangia il cuore.
Il boscogrigio è molto pericoloso.
Nel bosco, unpo’ per sfortuna, un po’ per distrazione, entra Nina, una bambina che profumadi miele. Ci entra e ci esce più di una volta.
E ogni voltail bosco prende vita e si trasforma.
Sarà infineil cuore di Nina a liberare i colori che daranno nuova vita al bosco.
Cuore èuno spettacolo che parla di emozioni. Del governo delle emozioni.
Pergovernare alcune emozioni, dentro al cuore, a volte serve la dittatura, altrevolte l’anarchia.
Nel boscovivono due estremi: la Strega che con gli occhi tutto controlla, e l’Orco chetutto vive con la pancia.
Nina simetterà tra loro e sarà proprio lei, piccola e profumata di miele, a riportarel’armonia dei colori in un bosco tutto grigio.
A volte, per spiegare le cose, dovremmo solo cercare le parole.Trovarle. Infine dirle, ad alta voce. La cosa più semplice. Raccontare di comea Palermo, il 19 aprile 1983, per la prima volta nella storia della città, unadonna, Elda Pucci, la Dottoressa, è eletta Sindaco. Raccontare poi di comesempre nel mese di aprile, di un anno dopo, il giorno 13, Elda Pucci, laDottoressa, è sfiduciata. Raccontare infine di come a distanza di ancora unanno, il 20 aprile del 1985, la casa di Piana degli Albanesi di Elda Puccisalta in aria spinta da due cariche di esplosivo. Nel prima, nel mezzo, neldopo, lì dove tutto si impasta come la calce, come la colla, i miliardidell’eroina, gli assassini del Generale Dalla Chiesa, di Michele Reina, diPiersanti Mattarella, di Pio La Torre, dello scrittore Pippo Fava, il cementodi Vito Ciancimino, gli Inzerillo, i Badalamenti, i Buscetta, l’avvento di TotòRiina. Chiddi forti, chiddi no e chiddi più. E la città di Palermo che per laprima volta, durante il mandato di Elda Pucci, la Dottoressa, si costituisceparte civile in un processo di mafia. Se riuscissimo a spiegare Cosa Nostracome ai bambini, tutto sarebbe diverso. Eppure le parole più semplici, a volte,sono quelle più difficili da trovare, quelle che solo il teatro riesce a dire.Un’attrice, un ensemble di voci, il palcoscenico: la storia di una donna, diuna città, di un anno. Ottavia Piccolo e i Solisti dell’Orchestra Multietnicadi Arezzo tornano a confrontarsi in scena con le parole di Stefano Massini, a dareforma e struttura a un teatro necessario, civile, in cui il racconto dell’eticapassa attraverso le parole, i timbri e le azioni di coloro che spesso non hannovoce.
CON Ottavia piccolo e i solisti dell’orchestra multietnicadi arezzo
In occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla(1921-1992) la compagnia riallestisce lo spettacolo Piazzolla Tango perotto tangueros con la musica dal vivo del Cuarteto Tipico Tango Spleen,il migliore gruppo musicale di tango presente oggi in Italia. Uno spettacolo digrande fascino che cattura il pubblico e rivela un Piazzolla inquieto, unartista in crisi creativa, perseguitato dalle sue stesse note. C’è tuttal’ambiguità della sua vita vissuta in bilico tra tradizione e innovazione. C’èla sua visione del tango e della musica. Le musiche di Piazzolla sialternano alle composizioni originali di Carlo Carcano dando vita (tra danza etango) ad uno spettacolo che ha registrato spesso il sold out in Italia eall’estero.
liberamente ispirato all’opera di ToonTellegen
regia Elena Dragonetti
con Simona Gambaro, Andrea Panigatti, RaffaellaTagliabue
movimenti scenici e coreografici Silvia Bennett
scenografia e costumi Laura Benzi
produzione Teatro Nazionale Genova
età consigliata: per tutti
Una sera d’estate, in un angolo di un Parco,seduto in cima ad una catasta di sedie e piccoli mobili, uno
Scoiattolo sta scrivendo lettere. Alla Balena,al Pinguino, al Grillo, ma in particolare alla “sua cara, carissima
Formica”. In un’altra lettera portata dalvento, l’Elefante chiede alla Chiocciola di poter danzare almeno
una volta con lei sopra il suo guscio, solopochi passi, è il suo desiderio più grande, quello di essere leggero,
quello di essere come nessuno si aspetta chelui sia. Dietro una porta la Formica si prepara a partire, per un
viaggio oltre l’orizzonte per sapere dovefinisce il cielo...
Riuscirà la formica a partire, l’Elefante adanzare sulla fragile casa della Chiocciola, la Talpa a ricevere
lettere scritte da qualcuno che non sia leistessa, l’Effimera, che vive un solo giorno, ad essere presente
l’indomani al compleanno del Bosco?
Si entra, così, in punta di piedi e di letterain lettera, attraverso lo spettacolo, in un bosco magico e un
mondo sospeso, abitato da animali che ci fannoda specchio: i mobili accatastati diventano presto piccole e
grandi tane che illuminano solitudini,intimità, attese, legami indissolubili. Tante storie, tante lettere, tanti
personaggi buffi, goffi, imbarazzati osfrontati, in una giostra che alterna ironia, gioco, poesia, interrogativi
grandi quanto il mondo.
In Lettere da molto lontano, la nuova propostatout public firmata da Elena Dragonetti per l’estiva del
Teatro Nazionale di Genova, il linguaggiopoetico ispirato all’opera di Toon Tellegen, autore olandese per
l’infanzia molto conosciuto e paragonato alnostro Gianni Rodari, si affianca al lavoro coreografico e sul
corpo degli attori. Corpi che si trasformano,si lasciano attraversare, si prestano ad esplorare e ricreare le
atmosfere sospese di chi cerca risposte sulmondo, dando vita ad animali che assomigliano tanto a noi,
capaci di parlare ai bambini quanto agli adultiin maniera tanto diretta da risultare disarmante, anche di
temi di importanza universale. Cos’è “domani”?Che forma ha il “Nulla”? Cosa significa “mancanza”? sono
le domande di un bambino che, con occhispalancati sul mondo o chiuso nei suoi pensieri, cerca di dare
risposta ai semplici o complessi interrogatividella vita.
E così al calare della sera, in un parco o ungiardino, seduti a terra, a contatto con la natura
si vive il meraviglioso bosco di Tellegen,fatto di luci, tane, feste inattese o lungamente desiderate in cui
celebrare i compleanni, occasione perritrovarsi, per fare comunità, per essere festeggiati per come si è.
Tra la magia del racconto, il gioco delle lucie l’arte degli attori, gli spettatori più piccoli ne usciranno
portandosi a casa una piccola scoperta di sé ouna preziosa domanda da far girare nei propri pensieri;
quelli più grandi invece assaporeranno ladelicata nostalgia di vedersi raccontati attraverso animali che
conoscono profondamente l’animo umano e gliangoli in cui si raccolgono e conservano i desideri più
intimi.
Tutti conserveranno il ricordo di una serad’estate, trascorsa in famiglia, fra storie di amicizia, di curiosità,
piene di passioni e poesia.
Un nuovo tour che toccherà le principali piazze Italiane e che porterà una ventata di leggerezza e spensieratezza per una serata all’insegna della risata e del puro divertimento. Il comico genovese è veramente un talento della comicità all’italiana, che dà sempre conferma della sua poliedricità espressiva agli spettatori. Grazie alla sua versatilità e alla capacità di cimentarsi in più ambiti, è anche autore dei suoi spettacoli. Un one man show fatto di racconti, aneddoti, parodie e buona musica in cui Giovanni Vernia, con il pretesto di raccontarsi, ritrae le più divertenti sfumature della realtà e ne mette in risalto le comiche contraddizioni.
La Compagnia dell’Alba presenta un nuovo “family entertainment”: ilmusical di Broadway Piccole Donne, adattamento del celebre romanzo diLouisa May Alcott.
Lo spettacolo, come il romanzo, racconta le storie delle quattrosorelle March (Meg, Amy, Beth e in particolare Josephine, detta Jo, aspirantescrittrice), che nella seconda metà dell’800 vivono a Concord, nelMassachusetts, insieme alla loro mamma, mentre il loro babbo è lontano,cappellano dell’esercito dell’Unione durante la guerra civile americana. Leloro vite, questa volta in musica, si intrecciano con quelle di altri coloritipersonaggi: il professor Bhaer, la zia March, il giovane Laurie con il signorLawrence, suo nonno, e il suo tutore, John Brooke… Piccole donne sarà proprioil titolo del romanzo che Jo scriverà sulla sua famiglia e sugli amici, e cheverrà pubblicato da un grande editore.
A. e A. hanno 15 e 17 anni: sono una ragazza eun ragazzo come tanti, vivono le proprie vite dividendosi tra la scuola, unacomune passione per la musica, lo sport e tutto il resto. Sono pieni di sogni,incertezze, dubbi e aspirazioni. E non hanno ancora fatto l’amore.
In classe invece non si parla d’altro; icompagni raccontano di imprese eroiche, sembrano esperti e sicuri di sé, pareconoscano a menadito ogni dettaglio di quello che succede sotto le lenzuola. Madove hanno imparato, si chiedono A. e A.? A casa è quasi impossibile affrontarel’argomento, a scuola si parla solo di malattie e gravidanze indesiderate. Macos’è allora, veramente, il sesso tra due persone? È quello che ogni tanto A. eA. hanno intravisto nei video pornografici, sul telefono di qualcuno all’ora dieducazione fisica o nel cortile dopo scuola? Bisognerà davvero fare quelle coseassurde, quando si rimane soli in una stanza? Ed essere così “giusti” sotto lemagliette, così perfetti, così pronti negli occhi e nelle parole?
Ma poi quali parole, quali dire?
A+A. Storia di una prima volta è il viaggio di due adolescenti alla scopertadell’intimità, in cui destreggiarsi tra falsi miti, paure e ansie daprestazione, per giungere insieme a qualcosa di nuovo e inaspettato.
Perché ogni prima volta è un evento unico eirripetibile. È la prima volta.
Dall’omonimo romanzo di ROBERTO VECCHIONI edito da Einaudi
Vincitore Premio Cesare Pavese 2015 - Narrativa
adattamento e regìa Ivana Ferri
musiche originali eseguite dal vivo di Massimo Germini
voce fuori scena Patrizia Pozzi
citazioni musicali Roberto Vecchioni – W.A. Mozart
direzione tecnica Massimiliano Bressan
fonico Loris Spanu
scena Gianni De Matteis
materiali DB Sound – Asti
organizzazione Mary Rinaldi
segreteria di produzione Roberta Savian
ufficio Stampa Tangram Teatro
produzione Tangram Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura edella Regione Piemonte
Un padre e un figlio. Due vite, due mondi. Percorrono insieme un ultimotratto di strada scoprendo la forza e la fragilità del loro legame. “IlMercante di luce” di Roberto Vecchioni, Vincitore Premio Cesare Pavese2015 – Narrativa, racconta con accenti lirici intensi una vicenda cheattraversa il nostro presente, una riflessione sull’esistenza, sull’idea delbello e del sublime. Un padre che, con dedizione e amore, tenta di spiegare ilsenso della vita al figlio, colto e curioso, attraverso i grandi gesti e letenere paure di poeti e poetesse della grande letteratura classica, da Sofoclea Euripide, da Archiloco all’immensa Saffo. Sullo sfondo le musiche dal vivoeseguite dal suo chitarrista Massimo Germini.
all’improvviso il Venditore di Felicità. Vende felicità in barattolo! Gli abitanti del villaggio la comprano eccome, ne hanno un gran bisogno! Peccato però, i barattoli sono vuoti! Dov’è finita la felicità? L'ha forse rubata Ohibò, personaggio strano che vive ai piedi degli alberi, in un "buco"?
Inizia così l’avventurosa ricerca che porterà gli abitanti del villaggio a uscire dalle loro case e a conoscersi davvero.
Quando scopriranno il segreto di Ohibò scopriranno il segreto della felicità.
Giacomo Poretti con Daniela Cristofori (sua moglie in scena, come nellavita) sono autori e interpreti di questo spettacolo che, tra il serio e ilfaceto, affronta il tabù della morte. Una coppia di anziani, Ambrogio e Rita,si sta recando ad un funerale: Lei sarebbe in ritardo, come al solito, Luiinvece è sufficientemente in ansia di dover mancare l’appuntamento che allafine arrivano un’ora e mezza prima della cerimonia. Ovviamente litigano. Comesolo due anziani sanno litigare, con ferocia, ma anche molto teneramente. Inrealtà, dopo essersele dette di santa ragione su qualsiasi argomento, avrebberoanche il tempo di rendere omaggio all’amico caro, estinto, che è nella stanzaaccanto. Benché sia stato il suo migliore amico, Lui non ne vuole sapere.Perché? Ovvio: perché la morte lo terrorizza, come solo sa terrorizzare glianziani, anzi non ne vorrebbe proprio parlare. Lei invece ne vuole parlare,eccome. Proprio come ne parlano gli anziani, curiosi, intimoriti, rassegnati esperanzosi. Trascorreranno un’ora e mezza, Lui a sfuggire dalla realtà e Lei acercare di riportarcelo. Un inseguimento follemente divertente e poetico. Maalla fine si dovranno ricomporre perché stanno per arrivare gli amici e iparenti per la cerimonia. Che non si svolge in chiesa, ma in una funeral home.
Il mito greco è noto a tutti.In questa rilettura, Dedalo costruisce ad Icaro delle ali fatte esclusivamentedal suo estremo amore. Icaro, infatti, è rinchiuso in un labirinto: un mondofatto di vicoli chiusi, strade verso l'esterno che s'interrompono, dalle qualispesso sembra di vedere improvvisamente l'uscita, ma è solo un'illusione. Illabirinto, Dedalo lo sa, è cieco, si chiama autismo e non ci sono cure. Si può,solo, amare incondizionatamente! Icaro vive in un quotidiano labirinto le cuipareti sono le innumerevoli difficoltà che la sua condizione di"diverso" gli causa nel mondo dei "normali". Unariflessione che parte dallo studio di testimonianze dirette, a volte struggentie altre pervase da una feroce ironia. Ogni storia è unica ma tutte hanno uncomune denominatore: il terrore dei genitori che i figli non riescano a viveredopo di loro.
Chiara Francini, volto noto del cinema e della televisione, ma anchescrittrice acuta e divertente, interpreta con Alessandro Federico uno dei testipiù celebri di Dario Fo e Franca Rame, che nel 1983 seppero prendersi
gioco di un vero e proprio tormentone sociale. «Prima regola: perchéla coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella delmaschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sonole correnti d’aria!»: questa battuta folgorante incarna il senso di unacommedia rilevante non solo perché è da sempre un grande successo delpalcoscenico, ma anche per la sua capacità di definire e celebrare il ruolodella donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroinaperfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro“sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino almarito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi emonologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nelcuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il maritosembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suodisperato bisogno di essere amata e considerata.
Il progetto nasce dallanecessità di riflettere con gli spettatori su un problema urgente per la nostrasocietà: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO. Lo spettacolo si propone l'obiettivo diribaltare il rapporto fruitore-rappresentazione andando a costruire un percorsodove gli spettatori e le loro percezioni dei temi ambientali diventano ilcentro della rappresentazione. È un progetto che utilizza la performanceartistica e lo storytelling per monitorare le impressioni delle criticità ambientalidi un territorio coinvolgendo i cittadini ed elaborando soluzioni attraverso unpercorso partecipativo di co-creazione.
Uno spettacolo nuovo di zecca di Alice Mangione Gianmarco Pozzoli,moglie e marito, conosciuti a tutti come The Pozzolis Family. Reduci dallaseconda stagione del Comedy Show LoL – Chi Ride è Fuori e dopo ilsuccesso del tour d’esordio A-Live! Perché Sopravvivere ai Figli è una Cosada Ridere!, che ha registrato il tutto esaurito nel 2019, I Pozzoli hannomesso su uno show vero e proprio in LA GRANDE FUGA dove si canta si balla e,soprattutto, si ride. Dai social network, che li hanno consacrati tra i piùimportanti family influencer in Italia, ai libri e agli spettacoli teatrali: The Pozzolis Family - Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli e i due figliGiosuè e Olivia - raccontano la loro vita quotidiana e trattano tematichecorrelate al mondo della genitorialità con un tono assolutamente veritiero,ironico e irriverente, decisamente lontano dagli stereotipi della “famigliaperfetta”.